L’argomento è sempre spinoso e fa arrabbiare i comuni cittadini. Ebbene, dopo avere letto questo articolo finirai con l’arrabbiarti ancora di più.
Qualche tempo fa l’onorevole Piero Fassino si lamentava di una indennità netta di “appena” 4.718 euro al mese. Senza però menzionare altri 7mila euro di diaria e rimborsi vari. La diaria è di circa 3.503 euro mensili ed i rimborsi di 3.690 euro, dei quali la metà non vanno neppure messi in rendiconto. Ed ancora, con cadenza trimestrale arrivano pure ulteriori 33323,70 euro per le spese di trasporto oltre ad una somma compresa fra 3.100 euro e 1.200 euro di rimborso per le spese telefoniche.
E mica finisce qui: ci sono pure ulteriori rimborsi per spese mediche e sanitarie, oltre ad un assegno di fine mandato da 4.718 euro. Cifre che si riferiscono alle entrate delle quali gode un deputato della Camera della Repubblica italiana. Tutto questo ad alcuni politici non basta, evidentemente. Perché di sicuro ci sono altri colleghi dell’onorevole Fassino che non si accontentano di tutti questi privilegi. Questa situazione dimostra come spesso i suddetti politici non abbiano una corretta e reale percezione della realtà.
Quanto si guadagna nella Camera dei Deputati?
Se così fosse, già da tempo qualcuno avrebbe presentato una mozione per la riduzione degli stipendi dei politici e di tutti quei privilegi che alla gente comune suonano come ingiusti. Ma questo ovviamente non avverrà mai. Ad oggi, a quanto ammontano gli stipendi di deputati e senatori in Italia? Saperlo non è un modo per volere innescare una polemica, rappresenta semmai una legittima richiesta di trasparenza e responsabilità. Negli ultimi anni, sotto la pressione dell’opinione pubblica, si sono moltiplicate le proposte per ridurre le indennità dei membri del Parlamento.
Di recente c’era stata la approvazione di un provvedimento che blocca l’adeguamento dell’indennità parlamentare. Misura fortemente sostenuta dal Movimento 5 Stelle. Questa misura, approvata all’unanimità, prevede la proroga fino al 31 dicembre 2025 del blocco dell’adeguamento, in vigore dal 2007. Se non fosse stata approvata questa proroga, il costo per il 2025 sarebbe aumentato di circa 29,4 milioni di euro. Ma resta da vedere se questo blocco verrà rinnovato al termine della sua scadenza.
Contemporaneamente, si è registrata una novità che sembra contraddire i tentativi di contenimento della spesa: a partire dal 1° gennaio 2024, i presidenti dei gruppi parlamentari alla Camera riceveranno una indennità aggiuntiva di 1.269,34 euro netti al mese. Almeno non sarà possibile cumulare più indennità d’ufficio, ma ciò solleva interrogativi sulla direzione che si intende prendere riguardo ai compensi dei parlamentari.
Gli stipendi di deputati e senatori
Ma quanto guadagnano effettivamente i membri del Parlamento italiano? I deputati percepiscono un’indennità netta mensile di circa 5.000 euro. A questo importo si aggiungono altre voci, come una diaria di 3.503,11 euro e un rimborso per spese di mandato di 3.690 euro. Proprio i numeri snocciolati in relazione a Fassino. Difatti sia l’esponente del PD quanto i deputati degli altri partiti possono contare su rimborsi telefonici annui di 1.200 euro e trasporti che variano da 3.323,70 a 3.995,10 euro ogni tre mesi. Sommandole tutte, le entrate mensili di un deputato possono arrivare a circa 13.971,35 euro.
I senatori, dal canto loro, ricevono una indennità mensile lorda di 11.555 euro, che si traduce in un netto di 5.304,89 euro. A questa cifra si aggiunge una diaria di 3.500 euro e un rimborso per spese di mandato di 4.180 euro, oltre a 1.650 euro al mese per rimborsi vari. Pertanto, il compenso mensile di un senatore si attesta attorno a 14.634,89 euro. In aggiunta a queste indennità, sia deputati che senatori hanno diritto a un assegno di fine mandato, pari all’80% dell’importo mensile lordo dell’indennità, moltiplicato per il numero di anni di mandato. Questo elemento rappresenta un ulteriore costo per le casse pubbliche.
Uno studio condotto su scala europea ha rivelato che il costo di un parlamentare italiano è di circa 120.500 sterline all’anno, quasi il doppio rispetto ai colleghi britannici, che percepiscono circa 66.000 sterline. Le indennità italiane superano anche quelle dei politici tedeschi e francesi, e sono sei volte superiori a quelle spagnole. E tutto questo fa pensare che c’è decisamente qualcosa che non va.
Ogni tentativo di riforma è sempre fallito
Negli anni, ci sono stati diversi tentativi di ridurre gli stipendi dei parlamentari. Ad esempio, il Movimento 5 Stelle, durante la sua prima legislatura, ha proposto una legge per dimezzare le indennità. Nel 2011, l’allora presidente del Consiglio Mario Monti aveva incaricato una Commissione di rivedere le retribuzioni delle cariche pubbliche, ma il progetto si è concluso senza risultati tangibili.
Anche la riforma costituzionale del governo Renzi prevedeva l’eliminazione delle indennità per i senatori, ma le discussioni recenti in Parlamento sembrano indicare un intento di mantenere gli attuali stipendi e rimborsi. E durante il governo Conte, i 5 Stelle hanno riproposto un’idea di stipendio di 3.500 euro più una diaria di 3.000 euro, ma questa iniziativa non ha trovato il supporto necessario e non è stata attuata.