Turismo enogastronomico, una vera ‘rivoluzione’ in pochi anni: cosa succederà entro il 2030

Il turismo enogastronomico italiano rappresenta un settore in costante crescita da anni. Ma nei prossimi cinque anni accadrà qualcosa di davvero incredibile

L’Italia è la culla del turismo ed i dati degli ultimi anni non fanno che confermare un trend positivo in particolar modo per quanto riguarda l’appeal dei turisti stranieri nei confronti del Belpaese. Ma esiste anche un settore a sé stante, ovvero quello del turismo enogastronomico, che non sembra proprio conoscere crisi ed i cui dati di crescita sono a dir poco sorprendenti.

Pasta fresca, aglio e pomodori made in Italy
La rivoluzione del turismo enogastronomico in Italia: le ultime previsioni (nevolenuvole.it)

Questo in virtù delle grandi potenzialità che la penisola offre, molte delle quali ancora non completamente sviluppate. Al punto che secondo le ultime stime, nell’arco dei prossimi cinque anni dovremo aspettarci una vera e propria rivoluzione da questo punto di vista. Ecco che cosa accadrà.

Turismo enogastronomico, rivoluzione in arrivo: cosa accadrà nei prossimi cinque anni

Il futuro del comparto sembra essere già scritto e sono i dati relativi alle previsioni per il prossimo quinquennio a confermarlo. Il tasso di crescita dell’enoturismo sarà infatti pari al 12,9% e si passerà addirittura al +19,7% per quello culinario. Ma l’aumento a tutto campo riguarda anche i viaggi degli appassionati di formaggio, che hanno registrato in particolare nella fascia 18-24 anni un incremento del 7,3%.

Salumi al taglio
Le eccellenze enogastronomiche italiane sempre più apprezzate dai turisti stranieri (nevolenuvole.it / Foto Ansa)

Ci si domanda dunque come le nuove tecnologie influenzeranno l’evoluzione di un settore già in costante espansione e quali potranno essere, da qui al 2030, le opportunità di crescita per il turismo enogastronomico. Guardando al 2023 i dati sono estremamente positivi: la crescita dell’enoturismo è stata del 18% con una spesa media di 109 euro ed una media di prenotazione del 3,3% nella fascia tra 25 e 34 anni con quasi l’80% delle prenotazioni online. Interessanti sono anche altri ‘numeri’ come ad esempio quello relativo a chi, recandosi in cantina, ha comprato a conclusione della visita almeno una bottiglia di vino: il 76,5%.

Insomma numeri rosei ma con ancora un grande margine per quanto concerne le future opportunità di sviluppo a cominciare dall’occupazione: tanti sono i posti disponibili a causa delle difficoltà nel trovare lavoratori qualificati. Gli altri fattori che, se migliorati, potrebbero far ulteriormente crescere il comparto sono quelli relativi ai problemi infrastrutturali, la burocrazia e le eccessive regolamentazioni, la mancanza di efficaci collaborazioni territoriali, l’assenza di specifici incentivi finanziari per il settore enoturistico. Insomma un percorso ancora tutto da scrivere e che certamente nel corso dei prossimi cinque anni regalerà ancora grandi soddisfazioni.

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